Olio di sansa di oliva: quello che nessuno dice

In questo articolo capiremo che cos’è l’olio di sansa, come è composto, in cosa differisce dagli oli d’ oliva, se è commestibile e se fa male.

Che cos è l’ olio di sansa

E’ quel residuo solido che resta dall’estrazione dell’ olio extra vergine di oliva.
E’ un sottoprodotto di scarto, ottenuto durante il processo di lavorazione delle olive.
Si compone  di bucce, noccioli e frammenti  rimasti dopo la spremitura delle olive. La sansa contiene una percentuale di olio che varia da 3 al 6% ma per estrarre l’olio occorre seguire un procedimento.

Diversi tipi di olio di sansa

Non esiste un unica tipologia di olio di sansa ma tre con qualità differenti:
olio di sansa grezzo, non idoneo al consumo, con un alta acidità, oltre il 3%, dal sapore sgradevole
olio di sansa di oliva, con un acidità espressa in acido oleico, no maggiore 0.3 grammi per 100 grammi.

Come si forma l’ olio di sansa d’ oliva ?

L’olio di sansa è estratto nei sansifici
Il procedimento che porta alla formazione dell’ olio di sanza si basa su diverse fasi:
  • processo di estrazione, separa l’olio dalla sansa, attraverso un solvente chimico, l’esano. Si ottiene un olio di sansa grezzo che non è idoneo per essere consumato
  • processo di raffinazione, solo un olio di sansa raffinato e miscelato con olio di oliva può essere destinato al consumo. Questo processo è distinto in diverse parti:
  • decantazione, dove l’olio si lascia  nei serbatoi per essere ripulito dalle varie impurità
  • poi si  eliminano le sostanze tra cui i fosfatidi. Serve a impedire che l’olio sia acido.
  • filtrazione, dove si raffredda con acqua e soda caustica, lo scopo è mantenere l’olio stabile agli sbalzi di temperatura.
  • poi dovranno essere eliminate le sostanze che producono il colore
  •  si eliminano le sostanze che producono cattivi odori
  • nuova filtrazione
processo di estrazione dell'olio di sansa
processo di estrazione dell’olio di sansa

Che differenza c’è con l’ olio extravergine di oliva?

Il procedimento di estrazione dell’olio cambia.
Mentre l’olio evo è prodotto con procedure meccaniche, quindi senza l’uso di solventi chimici, ma nella maniera più naturale possibile. A livello salutistico è migliore l’olio evo, qui ti spiego perché Acido oleico: il tuo alleato per la salute
L’olio di sansa per essere idoneo al consumo deve diventare un olio di sansa di oliva raffinato e miscelato con oli di oliva vergini . Deve essere sottoposto a un processo che prevede l’uso di solventi chimici.

Il suo valore nutrizionale

Ma di cosa si compone l’olio di sansa? è composto da: acido linoleico, acido elaidinico. Contiene una alta percentuale di grassi insaturi ma anche molti più grassi saturi rispetto all’olio evo.

L’ olio di sansa di oliva per cosa si usa?

L‘olio di sansa viene  preferito per i suoi prezzi molto bassi rispetto all’olio di oliva. Si usa :
  • come combustile, per produrre biocarburanti. E’ usato per alimentare stufe, caldaie, infatti permette queste di mantenersi più a lungo, in quanto riduce la produzione di fumi.
  • come fertilizzante organico, grazie alla presenza di nutrienti come l’azoto, il fosforo, il potassio. Riduce l’imbatto ambientale e rende il terreno più fertile
  • nella cosmesi, grazie alla presenza di vitamina e, acidi grassi mono insaturi. Permette di idratare e nutrire la pelle. E’ usato per produrre creme, saponi.

L’ olio di sansa di oliva per cucinare

  • E’ usato dai panifici per produrre biscotti, focacce, pane, taralli. Grazie alla presenza di acido linoleico, rende questi prodotti più croccanti e friabili
  • L’ olio di sansa per cucinare è usato come condimento nell’ arrosto per dare più sapore.

Ma l’ olio di sansa è commestibile ?

Un olio di sansa  estratto e che ha subito un processo di raffinazione, non è ancora idoneo al consumo. Perché non avrà sapore, aroma e colore. Bisogna aggiungere dell’olio di oliva per potere essere consumato.
Ma l’ olio di sansa di oliva fa male?
Nel processo di formazione dell’olio di sansa, durante la fase di raffinazione, si formano dei benzopireni.
Sono degli idrocarburi che si formano quando vi sono alte temperature. Gli effetti che produce questo idrocarburo possono essere letali.
Ma come si forma? con le alte temperature durante il processo di raffinazione

ma quindi l’ olio di sansa fa male?

Nì:
  • se la quantità contenuta rispetta i parametri di legge( 2 microgrammi per kg)
  • il processo di raffinazione è avvenuto a temperature non oltre i 90° non fa male.
Ma se ciò non accade si crea il benzopirene, che si dissolve nelle cellule e ne porta all’ invecchiamento, e morte. A queste condizioni la sansa è cancerogena.
L’ olio di sansa di oliva è buono in cucina se confrontato con burro e margarina. Perché è ricco di acido linoleico e grassi insaturi, al contrario del burro e margarina, che contengono molti grassi saturi. Inoltre l’olio di sansa ha un punto di fumo molto alto (240 °) che lo rende più salutare.
Ma il processo di raffinazione, elimina però molti composti fenolici, responsabili degli effetti benefici dell’olio.
Tra gli oli vergine, soltanto l’olio extravergine di oliva può essere considerato l’unica scelta possibile perché è prodotto senza l’uso di solventi chimici.
Carrello
Torna in alto